L’Assemblea Pubblica
al Lido: ovvero la falsa partecipazione degli Assessori
il giorno 26 marzo
u.s. l’Amministrazione Comunale ha presentato in una Assemblea
Pubblica il tanto atteso “Progetto di Riqualificazione e Arredo
Urbano del Piazzale S. M. Elisabetta e Gran Viale”. Presenti per
l’occasione gli Assessori Maggioni (Lavori Pubblici) e Bergamo
(Mobilità e Trasporti), la Municipalità (Presidente e
Vicepresidente) unitamente ad una folta schiera di dirigenti,
tecnici, consulenti , consiglieri di municipalità, sostenitori che
hanno occupato gran parte della sala consiliare della Municipalità.
Malgrado l’importanza dell’argomento e l’autorevolezza dei
rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, la partecipazione
della cittadinanza non è stata numerosa.
Il Progetto di
Riqualificazione e Arredo Urbano del Piazzale S. M. Elisabetta e Gran
Viale oltre alla risistemazione del piazzale comprende anche
l’adeguamento del sistema fognario del Gran Viale e di alcune
strade adiacenti. Il costo complessivo di 13 milioni di euro avrà la
durata di due anni e impatterà per due stagioni turistiche. I lavori
inizieranno a maggio e termineranno ad ottobre.
Il Progetto è stato
presentato come definitivo, cioè già cantierabile per la parte
fognaria che in inizierà a maggio di quest’anno; comunque gli
Assessori si sono dichiarati pronti a ricevere eventuali
osservazioni, miglioramenti e modifiche che comunque non stravolgano
il progetto. Il tutto nello spirito della più ampia partecipazione
della cittadinanza.
L’illustrazione è
stata ampia, in alcune parti troppo dettagliata per un’ assemblea
pubblica, carente e confusa nella successione degli interventi, con
audiovisivi incomprensibili ed eccessivamente tecnici. Poco o nulla
sulla trasformazione del piazzale Santa Maria Elisabetta che dovrebbe
rappresentare il biglietto da visita del Lido al turista
internazionale.
I cittadini hanno
ascoltato l’illustrazione in modo attento e disciplinato. Al
termine della presentazione hanno espresso perplessità,
preoccupazioni, critiche, richieste di chiarimenti.
Le domande del
pubblico hanno riguardatogli aspetti del progetto non desumibili
dalla frettolosa illustrazione e che riguardano la qualità
dell’abitare al Lido, l’interscambio tra acqua e gomma, aspetti
ambientali (quanti alberi da abbattere), aspetti estetici (
l’illuminazione pubblica), l’assetto futuro della mobilità, le
questioni di sicurezza, le barriere architettoniche, il costo
eccessivo in un momento di crisi come quello attuale, quale idea
della piazza , il bisogno di qualità degli interventi, il periodo
dei lavori in piena stagione turistica, la richiesta, da parte dei
cittadini, di visionare il progetto per comprenderne meglio la
portata e soprattutto i risultati finali, la necessità di continuare
la fase di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini per ottenere
, attraverso una dettagliata illustrazione, i contributi propositivi
e condivisi dei cittadini.
Il confronto tra i
rappresentanti dell’Amministrazione e i cittadini presenti, è
stato acceso, a tratti polemico, molto critico, aspro e talvolta
esasperato, dovuto ad un senso di frustrazione dei cittadini per il
modo in cui sono stati coinvolti e considerati (poco o per nulla
ascoltati).
Le risposte
istituzionali sono state insufficienti a cambiare il clima
dell’incontro, ormai teso e conflittuale creatosi. In particolare
la richiesta, da più parti espressa, di ulteriore coinvolgimento e
partecipazione dei cittadini sul progetto, non ha trovato una
risposta soddisfacente da parte degli assessori “si è già
pensato a un incontro di commissione su questo” chiudendo con
ciò qualsiasi spazio alla partecipazione democratica su argomenti
che riguardano la qualità della vita de cittadini, lo sviluppo del
territorio del Lido.
Tale modo di
procedere delle istituzioni crea sfiducia e ostilità nei cittadini
che, interpellati e resi partecipi dei processi decisionali (vedi il
caso della mobilità al Lido) su casi concreti, hanno dimostrato in
passato, di saper partecipare alla risoluzione dei problemi, nel
rispetto dei ruoli e delle reciproche responsabilità, contribuendo
nello stesso tempo a migliorare le soluzioni.
L’Assemblea
Pubblica per come è stata preparata e gestita merita alcune
considerazioni .
Anzitutto va
precisato che l’Assemblea Pubblica non è un atto di liberalità
degli Assessori che concedono ai cittadinì di ascoltare ciò che gli
amministratori intendono realizzare; rappresenta invece un atto
dovuto previsto dalle leggi attuali e rientra nell’ambito delle
responsabilità politiche di un amministratore quello di informare,
ascoltare i cittadini e raccoglierne i con tributi. Una sana
democrazia non è quella che fa spettacolo, ma quella che si
confronta con i propri cittadini dei quali deve curare il bene
collettivo.
Inoltre va osservato
come gli Assessori abbiano disatteso completamente la linea politica
del Sindaco che, nel suo programma elettorale, alla voce trasparenza
cita quanto segue: “i cittadini vanno coinvolti nelle decisioni
pubbliche attraverso un metodo partecipativo di gestione”. Ora
nell’Assemblea Pubblica di cui si tratta, non abbiamo assistito ad
un processo di partecipazione bensì di contrapposizone e di scontro.
Abbiamo assistito ancora una volta ad un uso dei cittadini come
destinatari passivi dell’intervento pubblico dell’Amministrazione.
In effetti
l’assemblea ha mostrato i limiti di un utilizzo strumentale della
partecipazione come semplice strumento di consenso.
Il modo di procedere
dell’Amministrazione, attraverso i suoi rappresentanti, è stato
quello abituale delle amministrazioni poco sensibili al rapporto con
i propri cittadini, definito con “Decido, Annuncio, Difendo” .
Cioè l’Amministrazione prende la sua decisione con i suoi esperti
e tecnici; quando la scelta sul problema in esame è stata definita,
argomentata e documentata ne effettua l’Annuncio pubblico (leggi
Assemblea Pubblica).In questa occasione l’Amministrazione
proponente non mette in discussione la scelta compiuta, ma è
costretta a Difendere senza avere la possibilità di migliorarla se
non in modo del tutto marginale. Questo è quanto è accaduto il 26
marzo alla presentazione del progetto di sistemazione del piazzale
S.Maria Elisabetta al Lido.
Tale modo di
procedere, abbastanza comune, viene definito con la sigla DAD,
Decido, Annuncio, Difendo. E’ una sindrome pericolosa che crea
spesso il muro contro muro, l’incomprensione eporta allo stallo
nelle decisioni.
C’è poi un
aspetto culturale che riguarda, da una parte, il ruolo e la
formazione degli amministratori. Una volta eletti devono cessare di
essere “dipendenti” dai propri partiti politici per poter
effettuare le scelte di cambiamento della propria realtà
territoriale considerando in primis il soddisfacimento dei bisogni
dei cittadini. E’ necessario che con loro si sviluppi un rapporto
di collaborazione e di reale coinvolgimento nei processi di
trasformazione che impattano sulla qualità della vita e
sull’ambiente. La cultura della partecipazione, quanto mai
necessaria in una società complessa come la nostra, non si
improvvisa ma si costruisce con la volontà politica, con l’impegno,
con la determinazione e soprattutto considerando i cittadini come
risorsa strategica nello sviluppo del territorio. La cultura della
partecipazione, come è noto, presenta notevoli vantaggi. Le
decisioni che scaturiscono dai processi partecipavi sono migliori e
condivise, compongono i diversi punti di vista. I processi
partecipativi attenuano i conflitti. Sviluppano il senso di comunità,
creano saperi diffusi. Migliorano la cultura civica e la
responsabilità dei cittadini. L’Amministrazione Pubblica ne esce
rafforzata e legittimata.
Infine per quanto
riguarda il metodo bisogna ricordare che l’obiettivo
principale dei processi partecipativi è quello di porre al centro
dell’azione amministrativa il cittadino, le sue esigenze e le sue
aspettative, i suoi bisogni. Ciò significa definire nuove modalità
di rapporto tra chi amministra la città e il cittadino, per farlo
partecipare alla definizione delle scelte relative allo sviluppo
della città e ai processi di decisione conseguenti, al controllo dei
risultati raggiunti. I cittadini hanno bisogno di comprendere meglio
il progetto politico su cui poggia l’Amministrazione, di poterne
controllare gli sviluppi e gli esiti finali e di poter contare nella
determinazione degli stessi.
Il coinvolgimento
dei cittadini rappresenta quindi una vera sfida politica, sociale ed
economica: evitare che prevalga l’interesse particolare
sull’interesse generale. In tal senso l’Amministrazione
deve volere davvero aprire un dialogo con la
cittadinanza e assumere concretamente un serio impegno politico.
Naturalmente la
partecipazione necessita di regole condivise per la sua gestione e
per quella dei progetti analizzati, di modalità di assunzione di
responsabilità, di definizione dei processi relativi alla
partecipazione e al coinvolgimento dei cittadini e dei portatori di
interessi (modalità di informazione e comunicazione del progetto
alla cittadinanza). Andranno stabilite le priorità, gli ambiti della
discussione, come arrivare a decisioni comuni e soprattutto come
controllare i risultati raggiunti. E infine, ma non ultimo andranno
stabiliti gli assetti istituzionali e modelli organizzativi che la
partecipazione e i processi decisionali richiederanno.