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domenica 18 settembre 2011

Le proposte del Coordinamento Io Decido di modifica dello Statuto Comunale


Il Coordinamento Io Decido vuole far riappropriare i cittadini del gusto della cura della propria città e per questo ritiene che la cittadinanza debba contare nelle scelte operate dall’amministrazione. In questo senso lo Statuto Comunale rappresenta l’enunciazione delle finalità dell’azione amministrativa e delle modalità con cui deve esplicarsi. Abbiamo analizzato lo Statuto vigente che è attualmente all’esame della competente Commissione Prima per introdurre semplici adeguamenti alle normative che sono sopravvenute dalla sua emanazione e modifiche di denominazione. Ci siamo resi conto della mancanza di un capitolo organico sulle modalità di partecipare alle scelte da parte dei cittadini e che gli istituti di partecipazione si limitavano sostanzialmente all’interrogazione popolare e al referendum. Senza dover andare all’estero ci sono comuni che hanno fatto della partecipazione un punto qualificante dell’azione amministrativa, come ad esempio il Comune di Grottammare (AP) che è partito introducendo il bilancio partecipativo ed estendendo poi tali procedure a molte scelte urbanistiche e relative all’uso degli spazi pubblici.
Pertanto proponiamo di introdurre un nuovo capo che vada ad inserirsi dopo la materia del decentramento amministrativo denominato “Gli istituti di partecipazione”. Sotto questo titolo ricadranno gli articoli esistenti che riguardano le associazioni, le consulte, i referendum (consultivi, propositivi e abrogativi), le istanze, petizioni, proposte, uno strumento di nuova introduzione largamente diffuso in altri comuni e cioè la delibera d’iniziativa popolare, il diritto di accesso alle informazioni. Ad introduzione del capo vorremmo inserire un nuovo articolo che descriva in maniera sintetica ma sostanziale i principi le finalità della partecipazione popolare e le modalità di attuazione pratica. Si vuol porre l’accento sulla necessità di dare attuazione al principio di sussidiarietà previsto dall’art 118 della Costituzione, inserendo un richiamo direttamente nei primi articoli dello Statuto (Art. 2) dove sono esplicitate le finalità generali “il Comune contribuisce a rinnovare la democrazia e le sue istituzioni integrandole con processi, pratiche e strumenti di democrazia partecipativa”. Fra le finalità che riteniamo vadano enunciate si citano la creazione di maggiore coesione sociale, il governo delle conflittualità, la condivisione di obiettivi fra i vari portatori di interesse, il miglioramento dell’inclusione sociale e la valorizzazione di saperi e competenze di chi vive ed abita la città. Per questo riteniamo che in ottemperanza dell’ art. 8 del Testo Unico degli Enti Locali i diritti di partecipazione vadano estesi anche ai cittadini non residenti e stranieri che hanno interesse alla vita cittadina per frequentazione dovuta a motivi di studio e lavoro ed ai cittadini che abbiano compiuto il sedicesimo anno d’età. Per dare attuazione concreta ai processi di democrazia partecipativa si dovrà partire dalla consultazione capillare della popolazione. Tali processi potranno essere meglio delineati in un eventuale regolamento includendo modalità che potrebbero richiamare ad esempio i Town meeting, le Debat public, le Giurie di cittadini. Fra i promotori oltre agli amministratori riteniamo che si debba anche prevedere un adeguato numero di cittadini che richiedono al Comune di impegnarsi nella promozione di un processo partecipativo che deve pervenire in tempi certi ad una decisione di cui si dovrà tener conto nei provvedimenti adottati, sebbene non siano vincolanti e si possa esprimere un diniego motivato. In sostanza non si vuole espropriare gli organi di democrazia rappresentativa dei loro poteri ma affiancarsi ad essi per migliorare la qualità dell’azione pubblica. L’amministrazione dovrebbe mettere a disposizione della cittadinanza gli spazi destinati agli incontri finalizzati alla partecipazione e fornire ogni informazione utile e la documentazione tecnica necessaria a comprendere l’iniziativa o il progetto oggetto del progetto partecipativo, fin dall’inizio dell’avvio del procedimento e non al momento in cui le decisioni sono ormai definitive.
Sempre nell’ottica di favorire l’espressione del sentire della cittadinanza riteniamo importante che si elimini il quorum nei referendum. Infatti non si può non notare che se si deve raggiungere una soglia, le parti in causa non hanno un eguale peso in quanto chi si oppone al quesito sottoposto a referendum ha a disposizione due opzioni: l’astensione e il diniego. Favorire l’astensione vuol dire assecondare la naturale tendenza dei cittadini a non affrontare temi che richiedono approfondimento. Chi si oppone non avrà alcuna necessità di spendere energia, tempo e denaro nella promozione della sua causa e il dibattito ne risulterà impoverito senza che ci si possa formare un’opinione motivata. Al contrario senza quorum tutti avranno interesse a favorire la partecipazione e si restituirebbe significato all’unico strumento di democrazia diretta a disposizione dei cittadini dando fiducia alle capacità dei cittadini di decidere quando la partecipazione al voto è importante.
Questo il testo degli emendamenti allo statuto comunale

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