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mercoledì 21 settembre 2011

Spunti dall'intervento di Alberto Lucarelli all'incontro di venerdì 16 settembre 2011 a Forte Marghera

Non esiste nel sistema giuridico italiano una Definizione di Beni Comuni.
Per i beni Comuni non deve prevalere il rapporto “Dominus – bene”, ma il rapporto tra Bene e flusso di utilità e non si può parlare di Bene Comune se non lo si declina in un contesto di partecipazione.
Progetto di legge di iniziativa popolare (500.000 firme) del 2006 sul governo dei bene comuni partecipato – fermo in commissione
Il Decreto Legge n-138/2011 (la Manovra) all'art. 4  ripropongono un passo indietro rispetto ai referendum ()
Bisogna passare da SPA pubblica a Ente di diritto pubblico, governato con la partecipazione dei cittadini.
Il soggetto pubblico deve gestire il bene non come “suo” ma per il soddisfacimento di diritti fondamentali.  Se non è governato in modo partecipato si rischia di cadere in un “abuso di proprietà” (sia che essa sia privata che pubblica). Bisogna allora trasformare la partecipazione in una dimensione giuridica, normando il “diritto di partecipazione”.
Si tratta di creare una COSTITUENTE PERMANENTE DEI BENI COMUNI, da trasformare in NORME E e REGOLE, per trasformare il rapporto tra cittadino, politica e partecipazione.
A Napoli è stata costituita l'ASSEMBLEA DEI POPOLI, attraverso CONSULTE TEMATICHE e TERRITORIALI, che si riuniscono presso le sedi dei Municipi e presso altri luoghi.  
Fondamentale è assicurare ai cittadini una INFORMAZIONE continua e permanente (“apertura” e trasparenza sito del Comune, definizione di un facilitatore pr ogni assessorato per tenere i rapporti con le consulte).
Si va verso una democrazia DELIBERATIVA; le Consulte sono messe nelle condizioni di deliberare, poi trasmettono le Delibere assunte alla Giunta, che deve prenderle in considerazione e dare adeguate motivazioni per il recepimento o respingimento-
Tutto ciò va nel Regolamento di giunta o del Consiglio

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