Ancora un articolo dalla rivista Nexus di maggio-agosto 2012
sabato 8 dicembre 2012
venerdì 30 novembre 2012
mercoledì 28 novembre 2012
Venezia sottosopra
Pubblichiamo una serie di nostri articoli tratti dalla rivista Nexus del trimestre maggio-agosto 2012
martedì 20 novembre 2012
Un falso problema
L'Amministrazione Comunale di Venezia
intende chiudere l'iter di approvazione del Piano d'Assetto
Territoriale entro la metà di dicembre con la delega al Sindaco a
partecipare alla Conferenza dei Servizi con la Provincia prima del
passaggio delle sue competenze ad altri Enti. Per questo
l'assessorato all'Urbanistica ha presentato nelle Municipalità e in
Commissione Consiliare la delibera per l'approvazione dei criteri di
valutazione delle osservazioni. I contributi di cittadini e
associazioni estensori delle 773 osservazioni, di cui alcune a loro
volta contenenti molteplici proposte di modifica, che per essere
redatte hanno richiesto la lettura di migliaia di pagine di elaborati
tecnici e la consultazione di complessi riferimenti normativi, sono
stati catalogati in 27 striminzite pagine di relazione in cui si
fatica a riconoscere che la propria osservazione sia stata perlomeno
acquisita e letta. In Commissione si è verificato che il maggior
problema che si sottopone ai Consiglieri è la definizione dei
criteri con cui respingere la maggior parte delle istanze di
proprietari che richiedono la trasformazione del loro fondo in
terreno edificabile, il che comporterebbe un nuovo consumo di suolo
per complessivi 1254 ettari. Personalmente lo ritengo un falso
problema: la Relazione Agronomica calcola la Superficie Agricola
Utilizzabile e trasformabile in soli 60,78 ettari. A prescindere che
molti ritengono su fondate basi giuridiche che da tale computo vadano
sottratte le valli da pesca per cui il valore corretto scenderebbe a
32,14 ettari, la vera questione che non si affronta è che il PRG
vigente già prevede l’edificazione non ancora avvenuta per almeno
378 ettari. Di questi terreni già potenzialmente edificabili, la
Valutazione Ambientale Strategica non discrimina quali e quanti siano
compatibili con gli obiettivi di sostenibilità del PAT e quindi già
riconducibili ai Piani degli Interventi con l’approvazione del
piano, salvo che, come richiesto per tutti i P.I. dai tecnici
comunali alle dipendenze dell'assessorato all'Ambiente nell'elaborato
della Valutazione d'INCidenza Ambientale, siano preventivamente
sottoposti a VINCA per valutarne l'impatto su specie e aree protette.
Di tali rilievi sostanziali i criteri di valutazione delle
osservazioni non fanno menzione, rimandando per ogni questione
spinosa alla Conferenza dei Servizi e al parere della Commissione
Regionale VAS, come se sia possibile trasmettere un elaborato rimasto
allo stadio di documento preliminare, quindi a rischio di censura con
la conseguenza che tutto il PAT assumerebbe profili d’illegittimità.
Sotto la pressione di un’urgenza inesistente i Consiglieri Comunali
si troverebbero ad avallare la lettura filtrata dagli uffici dei
contributi pervenuti, perdendo l’occasione di rendere il PAT
davvero coerente e rispettoso degli obiettivi di tutelare interessi
collettivi. Al contrario si vogliono confinare all’ambito
squisitamente tecnico le osservazioni più rilevanti e d’interesse
generale, sequestrando l’informazione in virtù di un presunto
disinteresse dei cittadini, senza che si faccia lo sforzo di
restituirle semplificate in forma divulgativa e completa. In realtà
le problematiche astrattamente tecniche si traducono in fatti molto
concreti: cubi di cemento da destinare ad alberghi, centri
commerciali, ormai inutili residenze, nuove città come dichiara il
Sindaco per Tessera. Ritengo perciò lecito chiedersi dove e in quale
fase di questo lungo iter procedurale l'Amministrazione inizierà
finalmente a sottrarre dal PAT ettari di costruibile per rispettare i
vincoli imposti dalla SAU e soprattutto mantenere l'impegno politico
di azzerare il consumo di suolo.
Emanuela Amici
domenica 18 novembre 2012
Venezia, un modello urbano a rischio di dismisura
Riprendiamo l'articolo di Tiziana Plebani apparso su il manifesto il 17 novembre 2012 (sezione cultura)
Nel dibattito sulla torre voluta da Pierre Cardin occorre tenere conto degli elementi simbolici che connotano la città
Cos’è una città? È assai più di un insediamento abitativo. Ed è per questo che ci appassioniamo a discutere degli interventi che si vogliono realizzare, per questo ci interroghiamo sulle continue trasformazioni della forma urbana. Sappiamo infatti che la posta in gioco è altissima: la città rappresenta la sfida a realizzare la migliore qualità di vita per una comunità di diversi, coniugando l’attenzione al luogo che l’accoglie con la bellezza dell’opera umana. C’è un profondo desiderio di città in tutti noi ma spesso è mortificato dalla povertà del linguaggio e delle scelte degli amministratori che non sembrano cogliere che operare nel tessuto vivo della città è intervenire nelle forme e nei significati di questa convivenza.E così non restituiscono ai cittadini la «grandezza» della questione, l’ordine simbolico che vi è implicato. Guardiamo a quel che succede a Venezia. Non è patrimonio solo degli studiosi di architettura o di urbanistica sapere che Venezia rappresenta un modello «esemplare» di città: fa parte dell’esperienza comune percepire, pur nell’involgarimento causato dalla speculazione e dalla macchina turistica, un benessere che ha ragioni antiche e profonde. Le Corbusier colse con grande precisione il segreto dell’agio riposto in questa forma urbana e lo spiegò nei suoi studi e lo ribadì con forza nella lettera che scrisse al sindaco di Venezia nell’ottobre del 1962, cercando di richiamare la politica alla necessità di comprendere la «cifra» della città e ancorarsi al suo genius loci per scegliere come e se intervenire in essa.
Temeva infatti «l’invasione della dismisura». Spiegava che ciò che fa di Venezia uno straordinario modello urbano è la sua «scala umana», quel rapporto armonioso tra la figura umana e l’altezza degli edifici, che consente sempre di ritrovare la magica linea dell’acqua e dell’aria. Tuttavia per comprendere più intimamente il potere di donare benessere che ha questa città, la vocazione altissima di «vivibilità» che le riconosciamo e per chiarire l’ordine simbolico che la governa, dobbiamo andare oltre l’affermazione di Le Corbusier. Venezia non è una città a misura di un astratto «corpo umano» bensì è città per gli uomini e per le donne poiché sa rimandare ai corpi sessuati. Venezia restituisce e non oscura la dualità: gli elementi formali maschili e femminili vi sono mescolati con sapienza, sposati come nei tanti rituali nuziali presenti nella storia della città, o alternati senza che uno prevalga sull’altro.
E tra tutte le simbologie quella che meglio esprime la dualità è proprio il rapporto di equilibrio tra verticalità (maschile) e orizzontalità (femminile). Del resto, questo sito naturale ha posto da subito un limite all’homo faber, l’ha costretto a modulare risposte originali, gli ha impedito di procedere per linee rette, rispettando la sinuosità dell’andamento acqueo; ha suggerito di accostare spazi aperti ad altri più raccolti, sfumando le soglie tra dimensione pubblica e privata. Una grande studiosa della città, Egle Trincanato, ci ha insegnato che la malia di Venezia risiede proprio nell’alternarsi del comune con il sublime, nell’accostamento dell’edificio di modeste dimensioni e pregio con il palazzo nobiliare, da cui non viene umiliato. Insieme hanno costruito un tessuto urbano differenziato eppur omogeneo, al servizio di una comunità. Tutto questo ne ha fatto una città altra e unica. Chiediamoci ora se la grandezza della posta in gioco viene restituita nel dibattito che si svolge attorno ai numerosi interventi o progetti di intervento sul tessuto urbano di Venezia e del suo territorio.
Sentiamo forse riferirsi all’ordine simbolico che la presiede quando si discute degli insediamenti ad alto tasso di cementificazione di Tessera city nella fragile area di gronda o dell’ampliamento dell’aeroporto, della mobilità sublagunare, del raddoppio dell’Hotel Santa Chiara a Piazzale Roma e del suo parcheggio sotterraneo? Ci si ricorda della «cifra» della città quando si auspica l’aumento del traffico crocieristico? No. Ascoltiamo discorsi che giustificano questi interventi in virtù di un presunto «sviluppo del territorio», secondo modelli economici privi ormai di qualsiasi valenza, che in questa area hanno provocato ferite ambientali e umane. Se il dibattito, specie dei decisori, non si nutre di una lettura simbolica, si corre il rischio di introdurre confusione e opacità negli elementi da valutare e di scegliere poi per il peggio.
Un esempio è il dibattito che si svolge intorno alla torre voluta da Pierre Cardin. È indubbio che con quel progetto si ha a che fare con una verticalità estrema. Si discute se sia legittimo che la sua altezza vada a oscurare il campanile di S. Marco, modificando lo skyline.Ma tale confronto ha senso? La verticalità dei campanili aveva una funzione di riferimento per la comunità, serviva a indicare la strada a chi si muoveva a piedi; si collegava alla chiesa che conteneva quel suo ergersi sviluppandosi in orizzontalità; era ed è un «bene comune», non espressione di un’individualità. Talvolta, invece, si paragona la torre dello stilista a un faro. Sarebbe un faro per Marghera. Ma un faro è un edificio che fa da riferimento alle imbarcazioni, è indispensabile alla salvaguardia dei naviganti; individua un punto cruciale della linea di costa. I termini del confronto sono dunque confusi e si concentrano per lo più sulle misure, quasi fosse un membro virile e non un segno/simbolo che si imprime nel paesaggio.
Non se ne faccia pertanto questioni di misure bensì di ordine simbolico. Ha ragione Salvatore Settis nell’indicare negli interventi sul corpo della città antica e sul territorio che circonda Venezia un pericolo che non riguarda solo Veneziana l’idea stessa di città. Le Corbusier concludeva il suo appassionato messaggio agli amministratori di Venezia con un monito: «Non avete il diritto di aprire la porta al disordine architettonico e urbanistico».Ma il rischio che abbiamo di fronte non si limita a un disordine di tal genere, bensì sottende a una dismisura simbolica, a una ferita profonda nella radice di Venezia. C’è da augurarsi che nelle menti di politici e amministratori avvenga la stessa esperienza di illuminazione e profondo riconoscimento della bellezza che nella Venezia salva di Simone Weil ha la forza di fermare il saccheggio della città.
venerdì 16 novembre 2012
Criteri di controdeduzioni alle osservazioni sul PAT
A seguito della proposta di delibera comunale che individua i criteri di controdeduzioni alle osservazioni al PAT il Coordinamento Io Decido rileva:
lunedì 22 ottobre 2012
sabato 6 ottobre 2012
Sulla riqualificazione del Granviale al Lido
Ci sono cinque milioni da spendere per l’arredo urbano del Gran Viale, prestati dalla BEI al tasso del 4,5%. Come li spendiamo? Abbattiamo tutti gli alberi e mettiamo a dimora nuove essenze adeguandole al rifacimento dei marciapiedi e dei plateatici o manteniamo l’architettura arborea che costituisce paesaggio nel’accezione più profonda del suo significato? La Municipalità, ancorché il suo parere non fosse vincolante, ha posto il quesito alla cittadinanza. Ha raccolto attorno a sé l’Assessore all’Ambiente e i vertici di Insula Spa (assegnataria dei Lavori) per fare assaporare alla gente il gusto della partecipazione democratica ai processi decisori che si consumeranno in altre stanze. La risposta è stata chiara. Lasciate il paesaggio com’è! Esso è radice, è appartenenza ad un territorio che si interfaccia con passato e presente. Il sospetto che si voglia spendere più di quanto necessario per rifare i sottoservizi si è fatto tangibile: Se nell’isola, i lavori pubblici di prima necessità non vengono finanziati, si faccia una scaletta delle priorità con occhio alle emergenze! Si doveva parlare solo di verde, ma ben presto la gente ha chiesto chiarimenti sulla viabilità. Ha chiesto perché sulle vistose planimetrie esposte sulla parete nord della sala consiliare non vi fosse traccia di percorsi ciclabili. Ha chiesto se fosse logico impostare una conferenza sull’arredo urbano prima che venisse presentato un piano definitivo della circolazione. Tale assurdo ha preso il sopravvento sui temi della serata, così che il Presidente è stato costretto a promettere trasparenza e nuovi incontri con gli Assessori. In quelle stesse ore l’ennesimo ciclista è stato ricoverato d’urgenza All’Angelo di Mestre.
Giovanni Battista
Vianello
giovedì 20 settembre 2012
Fuori rotta
In occasione della 3° Conferenza Internazionale della Decrescita, e del Convegno Nazionale dei Gruppi d'Acquisto Solidale è stata editata la mappa "Fuori Rotta".
L'altra mappa di Venezia raccoglie i luoghi e le realtà veneziane che hanno sposato la causa della sostenibilità, dell'impegno civico, per raccontare a veneziani e turisti una Venezia diversa, ecologica e solidale, suggerendo consigli e idee per vivere la città all'insegna di uno stile di vita più sostenibile. La mappa si trova in formato cartaceo e online Fuorirotta. L'altra mappa di Venezia
venerdì 24 agosto 2012
Consegna delle firme alla Camera dei Deputati
Dopo sei mesi dall'inizio della raccolta firme, il Comitato "Quorum Zero Più Democrazia depositerà il 24 Agosto presso l'ufficio Testi Normativi di Montecitorio (via della Missione, Roma) le 52.672 firme di cittadini che hanno appoggiato la legge di iniziativa popolare denominata "Quorum Zero Più Democrazia"
Questa proposta di legge ha l’obiettivo di
modificare alcuni articoli della Costituzione Italiana per migliorare
l’utilizzo degli strumenti di democrazia diretta già esistenti e
introdurne di nuovi in Italia, ma utilizzati da più di un secolo in
altri paesi del mondo come la Svizzera e la California. Il nostro
obiettivo è quello di migliorare il funzionamento della democrazia
italiana affiancando alla democrazia rappresentativa attuale, strumenti
che diano la possibilità ai cittadini di far sentire la loro voce e di
prendere decisioni che riguardano la cosa pubblica.
I punti qualificanti della proposta di legge sono i seguenti:
- Quorum zero in tutti i referendum.
- Revoca degli eletti, che previa raccolta di un numero elevato di
firme, possono essere sottoposti a votazione di revoca del mandato (come
in California, Svizzera, Venezuela, Bolivia).
- Indennità dei parlamentari stabilita dai cittadini al momento del voto.
- Referendum propositivo (come in California)
- Iniziativa di legge popolare a voto popolare (come in Svizzera),
passa in parlamento, dove può essere accettata, rifiutata oppure
generare una controproposta, ma poi viene votata dai cittadini).
-
Referendum confermativo (come in Svizzera). Tutte le leggi create dal
parlamento, prima di entrare in vigore, possono essere poste a votazione
popolare, previa raccolta delle firme necessarie.
- Referendum
obbligatori in alcune tipologie di leggi in cui i rappresentanti hanno
un conflitto di interessi (es. finanziamento partiti, leggi elettorali) e
sui trattati internazionali e sulle leggi urgenti.
Oltre a questi si prevedono le seguenti ulteriori innovazioni:
- Petizione con obbligo di risposta entro 3 mesi.
- Iniziativa di legge popolare a voto parlamentare con obbligo di
trattazione in parlamento in 12 mesi. Se ciò non accade diviene
referendum e va al voto popolare.
- Cittadini autenticatori (oltre alle figure previste oggi per legge).
- Utilizzo di firme elettroniche (come per la Iniziativa dei Cittadini Europei).
- Obbligo di introduzione di strumenti di democrazia diretta a livello locale senza quorum.
Nei prossimi Giorni l'ufficio suddetto verificherà la correttezza delle firme e la legge verrà quindi depositata in parlamento.
Essa potrà venire discussa dall'apposita commissione e noi avremmo
cura di seguire e informarvi tramite il blog, il gruppo facebook ecc
degli sviluppi.
E' un piccolo grande passo per la democrazia in
Italia che se venisse approvato dal parlamento ci porterebbe al livello
delle democrazie più evolute del mondo come California, Svizzera,
Baviera.
Cordiali saluti.
Gianni Ceri.
www.quorumzeropiudemocrazia.it
iniziativa@quorumzeropiudemocr azia.it
cell. 3334652270
sabato 18 agosto 2012
Firma anche tu!
Il 24 agosto le firme saranno consegnate al Parlamento. Ce ne vogliono almeno 50.000. Altre firme devono arrivare ma manca ancora la sicurezza matematica di aver superato il traguardo. Chi volesse contribuire a raggiungere questa occasione unica per introdurre la Democrazia Diretta nel nostro ordinamento e cambiare la politica del nostro Paese contatti Emanuela al n. 3334442495. Ogni singola firma può essere determinante!
quorum zero più democrazia
mercoledì 20 giugno 2012
Conferenza stampa Quorum zero più democrazia Venezia
In
questo periodo di crisi economica, oltre alle necessarie azioni
immediate per limitare i danni, è urgente avere un sguardo di lungo
periodo che migliori gli strumenti democratici del nostro Paese.È
ormai evidente la difficoltà dei partiti tradizionali sia ad ascoltare
che a interpretare la voce degli elettori che non solo hanno la volontà
di partecipare in prima persona alla
vita politica, ma per la prima volta, grazie all’innovazione
tecnologica, dispongono di strumenti che di fatto modificano il modo
stesso di intendere la democrazia e l’esercizio dei diritti del
cittadino.
E’ sempre più debole la forza delle contrapposizioni ideologiche mentre si va rapidamente affermando l’aggregazione variabile su temi e contenuti pragmatici, amministrativi e di monitoraggio dell’attività politica. Venezia stessa ha dato ampiamente prova di questa tendenza sulle Questioni della Sanità, del Fontego dei Tedeschi e delle Grandi Navi. Per questo pensiamo che le forze della società civile si debbano unire attorno a obiettivi condivisi: da questa convinzione nasce la nostra adesione congiunta a "Quorum Zero e Più Democrazia", iniziativa nata in rete da semplici cittadini per abolire il quorum dai referendum abrogativi e per introdurre nuovi strumenti di democrazia diretta in Italia quali: referendum consultivi e propositivi senza quorum, percorsi certi per le leggi d’iniziativa popolare, corretta informazione sui quesiti referendari inviata a casa degli elettori prima della consultazione. E ancora, la possibilità di una delega “precaria” ai propri eletti che possa essere ritirata per comportamenti o risultati mediocri e che induce ad una responsabilità costante nei confronti della comunità. Il costituzionalista Michele Ainis ha definito l’iniziativa “Quorum Zero e Più Democrazia” la più dirompente delle proposte in campo. Vogliamo pertanto condividere con i media questa grande opportunità per il nostro Paese, che deve ricevere tutta l’attenzione che merita, mettendo sotto i riflettori la raccolta firme in atto nel Comune di Venezia, e al contempo incentivare l'utilizzo di strumenti di democrazia partecipativa a livello locale. Per lanciare la volata dell’ultimo mese nasce quindi "Q0 Venezia", che vuole diventare per i cittadini luogo di azioni pratiche di Democrazia diretta e partecipata e che verrà presentato alla conferenza stampa del giorno giovedì 21 giugno alle ore 11,00 presso le sale di commissione di Ca’ Farsetti.
MoVimento Cinque Stelle Venezia
40xVenezia
Coordinamento Io Decido
Venessia.com
E’ sempre più debole la forza delle contrapposizioni ideologiche mentre si va rapidamente affermando l’aggregazione variabile su temi e contenuti pragmatici, amministrativi e di monitoraggio dell’attività politica. Venezia stessa ha dato ampiamente prova di questa tendenza sulle Questioni della Sanità, del Fontego dei Tedeschi e delle Grandi Navi. Per questo pensiamo che le forze della società civile si debbano unire attorno a obiettivi condivisi: da questa convinzione nasce la nostra adesione congiunta a "Quorum Zero e Più Democrazia", iniziativa nata in rete da semplici cittadini per abolire il quorum dai referendum abrogativi e per introdurre nuovi strumenti di democrazia diretta in Italia quali: referendum consultivi e propositivi senza quorum, percorsi certi per le leggi d’iniziativa popolare, corretta informazione sui quesiti referendari inviata a casa degli elettori prima della consultazione. E ancora, la possibilità di una delega “precaria” ai propri eletti che possa essere ritirata per comportamenti o risultati mediocri e che induce ad una responsabilità costante nei confronti della comunità. Il costituzionalista Michele Ainis ha definito l’iniziativa “Quorum Zero e Più Democrazia” la più dirompente delle proposte in campo. Vogliamo pertanto condividere con i media questa grande opportunità per il nostro Paese, che deve ricevere tutta l’attenzione che merita, mettendo sotto i riflettori la raccolta firme in atto nel Comune di Venezia, e al contempo incentivare l'utilizzo di strumenti di democrazia partecipativa a livello locale. Per lanciare la volata dell’ultimo mese nasce quindi "Q0 Venezia", che vuole diventare per i cittadini luogo di azioni pratiche di Democrazia diretta e partecipata e che verrà presentato alla conferenza stampa del giorno giovedì 21 giugno alle ore 11,00 presso le sale di commissione di Ca’ Farsetti.
MoVimento Cinque Stelle Venezia
40xVenezia
Coordinamento Io Decido
Venessia.com
martedì 29 maggio 2012
Il Coordinamento Io Decido presenta osservazioni alla VAS del PAT
Il Coordinamento Io
Decido si è dato, come è noto, lo scopo di favorire la
partecipazione dei cittadini ai processi decisionali che riguardano
direttamente la qualità della vita e le modalità dell’abitare, e
pertanto fin dalla
sua costituzione ha sollecitato l’attuale
Amministrazione Comunale ad
aprire reali spazi di confronto con la cittadinanza sui
temi più rilevanti. Abbiamo dunque voluto prendere in esame il Piano
di Assetto del Territorio, proprio per le importanti implicazioni e
ricadute sulla vita di tutti che produrrà nel disegno futuro della
città.
Purtroppo
abbiamo dovuto constatare e comunicare (si veda a questo proposito la
lettera che abbiamo inviato all’Assessore Micelli in data
29.03.2011) che fin dall’avvio del processo di adozione di questo
PAT l’Amministrazione Comunale si sia mossa in maniera poco
trasparente e affatto inclusiva.
Nell’iter
che ha portato all’adozione del PAT non abbiamo potuto infatti
riscontrare un reale coinvolgimento dei cittadini: gli incontri
pubblici di illustrazione sono risultati per lo più monologhi a
senso unico, non accompagnati da puntuale delineazione dello sviluppo
dei criteri dichiarati alla base del piano, spesso contraddetti nella
sostanza, privi comunque di mappe aggiornate e di riscontro nel sito
del Comune. Questi incontri non hanno svolto la cruciale funzione di
ascolto e raccolta dei bisogni degli abitanti come portatori
d’interesse, affinché questi stessi bisogni potessero essere
tradotti e integrati nel progetto di città.
Anche
in questa vicenda, pare che la Pubblica Amministrazione scelga di
concepire e di praticare la ‘partecipazione’ come mera
consultazione o come illustrazione di decisioni già prese,
ricercando più che un vero confronto, attraverso la disponibilità a
costruire insieme ai cittadini un progetto di città, una strategia
di consenso. Oppure sembra che sia vissuta più che altro come una
fastidiosa procedura da sbrigare, a cui si rinuncerebbe volentieri.
Purtroppo tale mentalità non produce buoni frutti: la P.A. non
incorpora veramente quella parte di democrazia di cui fa difetto, i
cittadini rimangono destinatari passivi dell’intervento pubblico e
possono solo opporsi o sentirsi sempre più distanti dai propri
governanti. Questa distanza è sotto gli occhi di tutti e si è resa
evidente nei recenti risultati elettorali.
L’Amministrazione
del Comune di Venezia, con atteggiamento scarsamente lungimirante,
proprio anche in ragione della crisi dei partiti, dello scacco della
politica tradizionale e impositiva, non sembra convincersi della
necessità di avviare davvero altri percorsi e accogliere nel suo
seno la cultura della Democrazia Partecipativa.
Nonostante
l’iter di nascita e di percorso del PAT pregiudichi sostanzialmente
la possibilità di rimediare a tali difetti fondativi, abbiamo deciso
di offrire il nostro contributo secondo le finalità che ci siamo
prefissati come mission:
ci siamo dunque concentrati sulle analisi procedurali che incorporano
gli istituti di partecipazione nel processo di formazione del PAT. Le
nostre osservazioni si sono pertanto focalizzate sulla procedura
di Valutazione Ambientale Strategica che, secondo la normativa
europea, deve necessariamente coinvolgere la partecipazione dei
cittadini. Infatti la direttiva 42/2001/CE recita “Le autorità
di cui al paragrafo 3 e il pubblico di cui al paragrafo 4 devono
disporre tempestivamente di un'effettiva opportunità di esprimere in
termini congrui il proprio parere sulla proposta di piano o di
programma e sul rapporto ambientale che la accompagna, prima
dell'adozione del piano o del programma o dell'avvio della relativa
procedura legislativa”, e poiché “deve essere redatto un
rapporto ambientale in cui siano individuati, descritti e valutati
gli effetti significativi che l'attuazione del piano o del programma
potrebbe avere sull'ambiente nonché le ragionevoli alternative alla
luce degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del
programma”, se ne ricava
che il pubblico deve potersi esprimere sulle ragionevoli alternative
prima che le decisioni siano consolidate.
Esaminando il Rapporto
Ambientale ci è apparso subito evidente che non siano rispettati i
requisiti minimi richiesti dalle norme e ciò priva la consultazione
dei cittadini delle necessarie informazioni sulla sostenibilità del
Piano e ne lede il diritto all’informazione tempestiva e alla
partecipazione alle decisioni in materia di pianificazione
territoriale.
Osservazione Io Decido
Osservazione Io Decido
giovedì 24 maggio 2012
Piazzale Santa Maria Elisabetta al Lido
L’Assemblea Pubblica
al Lido: ovvero la falsa partecipazione degli Assessori
il giorno 26 marzo
u.s. l’Amministrazione Comunale ha presentato in una Assemblea
Pubblica il tanto atteso “Progetto di Riqualificazione e Arredo
Urbano del Piazzale S. M. Elisabetta e Gran Viale”. Presenti per
l’occasione gli Assessori Maggioni (Lavori Pubblici) e Bergamo
(Mobilità e Trasporti), la Municipalità (Presidente e
Vicepresidente) unitamente ad una folta schiera di dirigenti,
tecnici, consulenti , consiglieri di municipalità, sostenitori che
hanno occupato gran parte della sala consiliare della Municipalità.
Malgrado l’importanza dell’argomento e l’autorevolezza dei
rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, la partecipazione
della cittadinanza non è stata numerosa.
Il Progetto di
Riqualificazione e Arredo Urbano del Piazzale S. M. Elisabetta e Gran
Viale oltre alla risistemazione del piazzale comprende anche
l’adeguamento del sistema fognario del Gran Viale e di alcune
strade adiacenti. Il costo complessivo di 13 milioni di euro avrà la
durata di due anni e impatterà per due stagioni turistiche. I lavori
inizieranno a maggio e termineranno ad ottobre.
Il Progetto è stato
presentato come definitivo, cioè già cantierabile per la parte
fognaria che in inizierà a maggio di quest’anno; comunque gli
Assessori si sono dichiarati pronti a ricevere eventuali
osservazioni, miglioramenti e modifiche che comunque non stravolgano
il progetto. Il tutto nello spirito della più ampia partecipazione
della cittadinanza.
L’illustrazione è
stata ampia, in alcune parti troppo dettagliata per un’ assemblea
pubblica, carente e confusa nella successione degli interventi, con
audiovisivi incomprensibili ed eccessivamente tecnici. Poco o nulla
sulla trasformazione del piazzale Santa Maria Elisabetta che dovrebbe
rappresentare il biglietto da visita del Lido al turista
internazionale.
I cittadini hanno
ascoltato l’illustrazione in modo attento e disciplinato. Al
termine della presentazione hanno espresso perplessità,
preoccupazioni, critiche, richieste di chiarimenti.
Le domande del
pubblico hanno riguardatogli aspetti del progetto non desumibili
dalla frettolosa illustrazione e che riguardano la qualità
dell’abitare al Lido, l’interscambio tra acqua e gomma, aspetti
ambientali (quanti alberi da abbattere), aspetti estetici (
l’illuminazione pubblica), l’assetto futuro della mobilità, le
questioni di sicurezza, le barriere architettoniche, il costo
eccessivo in un momento di crisi come quello attuale, quale idea
della piazza , il bisogno di qualità degli interventi, il periodo
dei lavori in piena stagione turistica, la richiesta, da parte dei
cittadini, di visionare il progetto per comprenderne meglio la
portata e soprattutto i risultati finali, la necessità di continuare
la fase di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini per ottenere
, attraverso una dettagliata illustrazione, i contributi propositivi
e condivisi dei cittadini.
Il confronto tra i
rappresentanti dell’Amministrazione e i cittadini presenti, è
stato acceso, a tratti polemico, molto critico, aspro e talvolta
esasperato, dovuto ad un senso di frustrazione dei cittadini per il
modo in cui sono stati coinvolti e considerati (poco o per nulla
ascoltati).
Le risposte
istituzionali sono state insufficienti a cambiare il clima
dell’incontro, ormai teso e conflittuale creatosi. In particolare
la richiesta, da più parti espressa, di ulteriore coinvolgimento e
partecipazione dei cittadini sul progetto, non ha trovato una
risposta soddisfacente da parte degli assessori “si è già
pensato a un incontro di commissione su questo” chiudendo con
ciò qualsiasi spazio alla partecipazione democratica su argomenti
che riguardano la qualità della vita de cittadini, lo sviluppo del
territorio del Lido.
Tale modo di
procedere delle istituzioni crea sfiducia e ostilità nei cittadini
che, interpellati e resi partecipi dei processi decisionali (vedi il
caso della mobilità al Lido) su casi concreti, hanno dimostrato in
passato, di saper partecipare alla risoluzione dei problemi, nel
rispetto dei ruoli e delle reciproche responsabilità, contribuendo
nello stesso tempo a migliorare le soluzioni.
L’Assemblea
Pubblica per come è stata preparata e gestita merita alcune
considerazioni .
Anzitutto va
precisato che l’Assemblea Pubblica non è un atto di liberalità
degli Assessori che concedono ai cittadinì di ascoltare ciò che gli
amministratori intendono realizzare; rappresenta invece un atto
dovuto previsto dalle leggi attuali e rientra nell’ambito delle
responsabilità politiche di un amministratore quello di informare,
ascoltare i cittadini e raccoglierne i con tributi. Una sana
democrazia non è quella che fa spettacolo, ma quella che si
confronta con i propri cittadini dei quali deve curare il bene
collettivo.
Inoltre va osservato
come gli Assessori abbiano disatteso completamente la linea politica
del Sindaco che, nel suo programma elettorale, alla voce trasparenza
cita quanto segue: “i cittadini vanno coinvolti nelle decisioni
pubbliche attraverso un metodo partecipativo di gestione”. Ora
nell’Assemblea Pubblica di cui si tratta, non abbiamo assistito ad
un processo di partecipazione bensì di contrapposizone e di scontro.
Abbiamo assistito ancora una volta ad un uso dei cittadini come
destinatari passivi dell’intervento pubblico dell’Amministrazione.
In effetti
l’assemblea ha mostrato i limiti di un utilizzo strumentale della
partecipazione come semplice strumento di consenso.
Il modo di procedere
dell’Amministrazione, attraverso i suoi rappresentanti, è stato
quello abituale delle amministrazioni poco sensibili al rapporto con
i propri cittadini, definito con “Decido, Annuncio, Difendo” .
Cioè l’Amministrazione prende la sua decisione con i suoi esperti
e tecnici; quando la scelta sul problema in esame è stata definita,
argomentata e documentata ne effettua l’Annuncio pubblico (leggi
Assemblea Pubblica).In questa occasione l’Amministrazione
proponente non mette in discussione la scelta compiuta, ma è
costretta a Difendere senza avere la possibilità di migliorarla se
non in modo del tutto marginale. Questo è quanto è accaduto il 26
marzo alla presentazione del progetto di sistemazione del piazzale
S.Maria Elisabetta al Lido.
Tale modo di
procedere, abbastanza comune, viene definito con la sigla DAD,
Decido, Annuncio, Difendo. E’ una sindrome pericolosa che crea
spesso il muro contro muro, l’incomprensione eporta allo stallo
nelle decisioni.
C’è poi un
aspetto culturale che riguarda, da una parte, il ruolo e la
formazione degli amministratori. Una volta eletti devono cessare di
essere “dipendenti” dai propri partiti politici per poter
effettuare le scelte di cambiamento della propria realtà
territoriale considerando in primis il soddisfacimento dei bisogni
dei cittadini. E’ necessario che con loro si sviluppi un rapporto
di collaborazione e di reale coinvolgimento nei processi di
trasformazione che impattano sulla qualità della vita e
sull’ambiente. La cultura della partecipazione, quanto mai
necessaria in una società complessa come la nostra, non si
improvvisa ma si costruisce con la volontà politica, con l’impegno,
con la determinazione e soprattutto considerando i cittadini come
risorsa strategica nello sviluppo del territorio. La cultura della
partecipazione, come è noto, presenta notevoli vantaggi. Le
decisioni che scaturiscono dai processi partecipavi sono migliori e
condivise, compongono i diversi punti di vista. I processi
partecipativi attenuano i conflitti. Sviluppano il senso di comunità,
creano saperi diffusi. Migliorano la cultura civica e la
responsabilità dei cittadini. L’Amministrazione Pubblica ne esce
rafforzata e legittimata.
Infine per quanto
riguarda il metodo bisogna ricordare che l’obiettivo
principale dei processi partecipativi è quello di porre al centro
dell’azione amministrativa il cittadino, le sue esigenze e le sue
aspettative, i suoi bisogni. Ciò significa definire nuove modalità
di rapporto tra chi amministra la città e il cittadino, per farlo
partecipare alla definizione delle scelte relative allo sviluppo
della città e ai processi di decisione conseguenti, al controllo dei
risultati raggiunti. I cittadini hanno bisogno di comprendere meglio
il progetto politico su cui poggia l’Amministrazione, di poterne
controllare gli sviluppi e gli esiti finali e di poter contare nella
determinazione degli stessi.
Il coinvolgimento
dei cittadini rappresenta quindi una vera sfida politica, sociale ed
economica: evitare che prevalga l’interesse particolare
sull’interesse generale. In tal senso l’Amministrazione
deve volere davvero aprire un dialogo con la
cittadinanza e assumere concretamente un serio impegno politico.
Naturalmente la
partecipazione necessita di regole condivise per la sua gestione e
per quella dei progetti analizzati, di modalità di assunzione di
responsabilità, di definizione dei processi relativi alla
partecipazione e al coinvolgimento dei cittadini e dei portatori di
interessi (modalità di informazione e comunicazione del progetto
alla cittadinanza). Andranno stabilite le priorità, gli ambiti della
discussione, come arrivare a decisioni comuni e soprattutto come
controllare i risultati raggiunti. E infine, ma non ultimo andranno
stabiliti gli assetti istituzionali e modelli organizzativi che la
partecipazione e i processi decisionali richiederanno.
giovedì 26 aprile 2012
mercoledì 18 aprile 2012
Democrazia è partecipazione
E' il titolo dello speciale della trasmissione di Radio Rai Tre "Tutta la città ne parla" che si è tenuta al festival annuale di Radio3 a Cervia e andata in onda il 15 aprile. La trasmissione è costruita come approfondimento delle telefonate degli ascoltatori che commentano i temi d'attualità nel filo diretto con il giornalista che settimanalmente si alterna nella lettura delle prime pagine dei quotidiani nella storica trasmissione "Primapagina". Per lo speciale è stato scelto il tema della cittadinanza attiva, della partecipazione della società civile quale antidoto alla crisi della politica per la frequenza di interventi, messaggi, mail che su questi temi sono arrivati dagli ascoltatori. Fra gli ospiti la testimonianza del Coordinamento Io Decido.
Gli ospiti:
Francesco Maggio, economista e giornalista, già ricercatore di Nomisma scrive sul Post
Jacopo Iacoboni, giornalista della Stampa, autore di Contro l’Italia degli zombie. Wep politik e nuova politica
Gabriele Abrotini, referente del Comitato Acqua bene comune di Ravenna
Maria Teresa Dini e Mario Santi, del coordinamento “Io decido” di Venezia
Andrea Caccia e Barbara Domenichini, del coordinamento “La darsena che vorrei” di Ravenna
Jonathan Ferramola, giornalista e documentarista di Radio Popolare
Il podcast della trasmissione è riascoltabile e scaricabile
Tutta la città ne parla 15.04.2012
martedì 3 aprile 2012
Quorum zero più democrazia
Anche a Venezia è possibile firmare per la proposta di legge d'iniziativa popolare quorum zero più democrazia. Si può firmare presso la Segreteria Generale a Cà Farsetti e presso tutte le Municipalità. Gli orari:
Municipalità di Venezia- Murano- Burano
S.Lorenzo-Castello 5065/i – Venezia
Da lunedì a venerdì orario: 9,00-13,00
Municipalità di Mestre - Carpenedo
via Palazzo, 1 Mestre
da lunedì a venerdì orario: 9,00-13,00 / 15,00-17,00
Anagrafe Municipalità di Marghera
Piazza del Municipio 1, Marghera
lunedì, mercoledì e venerdì orario: 9,00-13,00
martedì e giovedì orario: 9,00-17,00
Municipalità di Lido - Pellestrina
Via Sandro Gallo 32/a Lido
Da lunedì a venerdì orario: 9,00-13,00
Anagrafe Municipalità di Favaro
Piazza Pastrello, 1 Favaro Veneto
Da lunedì a venerdì orario: 9,00-13,00
Municipalità di Chirignago – Zelarino (1° piano)
Via Miranese, 454 Chirignago
lunedì, mercoledì e venerdì orario: 9,00-13,00
martedì e giovedì orario: 9,00-17,00
Centro Civico di Zelarino
Via Zuccarelli, 6 Zelarino
Da lunedì a venerdì orario: 9,00-13,00
Questa la sintesi della proposta
La proposta di legge ha l’obiettivo di modificare alcuni articoli della costituzione italiana per migliorare l’utilizzo degli strumenti di democrazia diretta già esistenti e introdurne di nuovi in Italia, ma utilizzati da più di un secolo in altri paesi del mondo come la Svizzera e la California. Il nostro obiettivo è quello di migliorare il funzionamento della democrazia italiana affiancando alla democrazia rappresentativa attuale, strumenti che diano la possibilità ai cittadini di far sentire la loro voce e di prendere decisioni che riguardano la cosa pubblica.
I punti qualificanti della proposta di legge sono i seguenti:
• - Quorum zero in tutti i referendum.
• - Revoca degli eletti, che previa raccolta di un numero elevato di firme, possono essere sottoposti a votazione di revoca del mandato (come in California, Svizzera, Venezuela, Bolivia).
• - Indennità dei parlamentari stabilita dai cittadini al momento del voto.
• - Referendum propositivo (come in California)
• - Iniziativa di legge popolare a voto popolare (come in Svizzera), passa in parlamento, dove può essere accettata, rifiutata oppure generare una controproposta, ma poi viene votata dai cittadini).
• - Iniziativa di legge popolare a voto parlamentare con obbligo di trattazione in parlamento in 12 mesi. Se ciò non accade diviene referendum e va al voto popolare.
• - Referendum confermativo (come in Svizzera). Tutte le leggi create dal parlamento, prima di entrare in vigore, possono essere poste a votazione popolare, previa raccolta delle firme necessarie.
• - Referendum obbligatori in alcune tipologie di leggi in cui i rappresentanti hanno un conflitto di interessi (es. finanziamento partiti, leggi elettorali) e sui trattati internazionali e sulle leggi urgenti.
Oltre a questi si prevedono le seguenti ulteriori innovazioni:
• - Petizione con obbligo di risposta entro 3 mesi.
• - Nessun limite di materie referendabili (come in Svizzera), tutto ciò che può essere discusso dai rappresentanti,
può essere messo a referendum e votato dai cittadini.
• - Cittadini autenticatori (oltre alle figure previste oggi per legge).
• - Utilizzo di firme elettroniche (come per la Iniziativa dei Cittadini Europei).
• - Obbligo di introduzione di strumenti di democrazia diretta a livello locale senza quorum.
• - Possibilità da parte dei cittadini di modificare la costituzione (come in Svizzera dal 1891).
La realizzazione di questa proposta di legge è stato un lungo ed appassionante percorso durato da giugno 2011 fino a sabato 11 febbraio 2012, fatto di incontri dal vivo e di riunioni su internet ed è il risultato condiviso da un gruppo di persone provenienti da varie parti d’Italia, appassionate ed esperte di democrazia diretta e impegnate da tempo su questo tema.
Per maggiori informazioni www.quorumzeropiudemocrazia.it
sabato 31 marzo 2012
Verbale del secondo incontro sulla mobilità del Lido
Pubblichiamo il verbale dell'incontro del 14.12.2011 in cui la Municipalità ha fornito le risposte alle osservazioni e proposte raccolte il 21 e 22 settembre 2011.
Il documento consuntivo contiene l’elaborazione dei contributi ordinati per categorie all’interno di ciascuna del sei tematiche esaminate, allo scopo di consentire più facilmente appropriate considerazioni in merito alle criticità e alle proposte avanzate.
Per ciascuna tematica sono sintetizzate innanzitutto le indicazioni di criticità che il metodo
partecipativo ha consentito di raccogliere: esse rispecchiano il “sentire” di un campione
significativo di cittadini. Di seguito, sono sintetizzate le proposte presentate dai partecipanti,
organizzate per tipologia. Rispetto alle proposte sono state quindi riportate, a lato, per ciascuna, le valutazioni e risposte (con scelte, impegni, ecc.) fornite dalla Municipalità del Lido e Pellestrina nel secondo incontro. Allo stato il verbale non è stato ancora sottoscritto dalla Municipalità
giovedì 22 marzo 2012
Il percorso partecipativo per l'area di San Giobbe
All’Assessore all’Urbanistica
al Dirigente all'Urbanistica
a Fram_menti
e p.c. Sindaco
Università di Ca’ Foscari
Municipalità di Venezia Murano Burano
Note sul percorso di progettazione partecipata area S. Giobbe - Venezia
Il coordinamento Io Decido ha accolto con soddisfazione l’avvio del percorso di
progettazione partecipata promosso dal Consiglio Comunale nel novembre 2010 in merito
all’utilizzo di circa 2.000 metri quadri di spazi pubblici all'interno della sede dell’Università
di Ca' Foscari a San Giobbe.
Riteniamo che l’avvio di processi partecipativi nel nostro comune costituisca l’inizio di un
auspicabile nuovo rapporto culturale e politico fra amministrazione e cittadinanza.
Infatti molti cittadini vi hanno partecipato con entusiasmo e molte aspettative e Il lavoro
condotto dai facilitatori dell’equipe Fram_menti è stato stimolante.
Proprio per la positività di questa esperienza noi vorremmo contribuire con alcune
osservazioni sulle criticità che comunque sono emerse, con l’obiettivo di migliorare i
prossimi processi.
I nodi principali rilevati sono i seguenti:
- c’è stato un difetto iniziale nella comunicazione relativa alle informazioni, dati, vincoli
connessi al progetto;
- è mancata un’analisi puntuale, sociologica sui progetti esistenti nell’area circostante e sui
bisogni dei residenti;
- il progetto presentato ai cittadini non è conforme alla delibera/convenzione, in quanto
prevede parte degli spazi al primo piano, quando la delibera parla di 2000 mq posti al
piano terra. Le richieste di fare chiarezza su questa discrepanza non hanno ottenuto
risposta esauriente.
- durante il percorso partecipativo è stata fornita copia della Convenzione con allegata una
planimetria, superata dagli accordi successivi;
- l’ipotesi di progetto prevede di collocare una parte consistente degli spazi destinati a
servizio pubblico in una nuova costruzione da realizzarsi in un’area attualmente verde, che
priverebbe la cittadinanza e gli studenti di uno spazio aperto adibito a giardino a cui i
cittadini non vorrebbero rinunciare. Molti gruppi di lavoro hanno suggerito soluzioni
alternative, come per esempio quella di trovare altri spazi all’interno delle costruzioni
esistenti o delle nuove costruzioni dell’università, oppure di non costruire cubature ritenute
inappropriate e utilizzare i fondi relativi per allestire gli altri spazi pubblici che altrimenti
rimarrebbero privi di arredi e impianti tecnologici specifici (es. insonorizzazione, palco,
ecc…). Anche a questo tema non è stata data risposta se non un’esortazione a
concentrarci sulle funzioni o il suggerimento di rinunciare alla superficie coperta (cortile
della casa dello studente);
- non è stato preso in considerazione fin dall’inizio che questi spazi per essere utilizzati
realmente necessitano di essere attrezzati, arredati secondo le specifiche esigenze
individuate;
- molti cittadini, data la speciale collocazione del sito in fronte alla laguna, hanno
manifestato l’esigenza di integrare l’area che ospiterà gli spazi pubblici con gli spazi aperti,
le rive e la laguna, anche a questa richiesta non è stata data una risposta esauriente;
- doveva essere inoltre chiarito, fin dall’inizio, il collegamento acqueo previsto nelle
planimetrie (pontile ACTV);
- anche sui due nuovi volumi sotto la piazza coperta che sembrerebbero non conformi alle
indicazioni della Commissione di Salvaguardia, non c’è stata chiarezza.
Il percorso di progettazione partecipata ha come obiettivo quello di far incontrare le
esigenze della cittadinanza e dell’amministrazione trovando soluzioni condivise spesso
originali rispetto a quelle di partenza delle parti in causa; purtroppo in questa esperienza è
mancato lo scambio fra cittadinanza e amministratori, poiché quest’ultimi non hanno
seguito il processo partecipato nelle fasi più salienti.
Venezia, 13.03.2012
I partecipanti del Coordinamento Io Decido
venerdì 16 marzo 2012
Biologico & Farmer's Market
Assemblea pubblica
Mercati biologico e farmer's market a Venezia - Dalla sperimentazione alla Stabilizzazione
Incontro tra cittadini – produttori – amministratori
promosso da: Veneziano Gas , Coordinamento IoDecido, AEres, Coldiretti, Laboratorio Morion
con la partecipazione degli Assessorati al Commercio, alle Attività produttive, all'Ambiente, ai Servizi
sociali, della Municipalità di Venezia-Burano-Murano, Cia, Copagri, Confagricoltura
Scoletta dei Callegheri, San Tomà
20 marzo 2012 ore 20,30
(partecipano gli assessori Rey, Bettin, Paruzzolo, Simionato)
Introduzione a cura di VenezianoGas e Coordinamento Io Decido
20:30/ 20:45
La sperimentazione avviata dall’amministrazione comunale, la storia di questo incontro, i
temi sul tappeto: la stabilizzazione e il moltiplicarsi dei mercati Bio e Farmer's market –
Maria Pia Robbe
Gli obiettivi della serata: definire i nodi da affrontare: a) localizzazione b) regolamenti c)
programmazione d) condividere il metodo per decidere tra produttori, cittadini e istituzioni
- Mario Santi
Mercati sperimentali, produttori e proposte di mercato itinerante
20:45/ 21:45
Il mercato biologico di Aeres –Federico Giarretta
Il mercato agricolo km.0 – Giampietro Zaramella
Le associazioni di produttori (differenze e proposte)
o AERES – Federico Giarretta
o CIA – Federico Zabeo
o COLDIRETTI – Francesco Bozza
o CONFAGRICOLTURA – Attilio Bellinato
o COPAGRI - Franco Menazza
La verdura a domicilio – Carlo Finotello – Sant’Erasmo
Riedizione di Rebegolo (mercatino e produzioni indipendenti, coinvolgimento dei produttori
di isole e gronda) - Maria Fiano
Questioni: Stabilizzazione, Regolamento, Localizzazione, Sviluppo dei Mercati
21:45- 22:30
Le ragioni dell’amministrazione
o Assessorato al commercio
o Assessorato all’ambiente
o Assessorato alle attività produttive
o Assessorato ai servizi sociali
o Municipalità di Venezia-Burano-Murano
Le ragioni dei produttori
Le ragioni dei cittadini di Santa Marta – Castello - Sant’Elena
Le ragioni dei cittadini organizzati e non
22:30 – 22:45 Dibattito
22:45 Conclusioni (a cura degli organizzatori)
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